“A spasso con Vale”: il Carnevale di Torino e l’origine leggendaria di Gianduja
Il Carnevale è una festa legata al mondo cattolico e cristiano, ma le sue origini vanno ricercate in epoche molto più remote, quando la religione dominante era quella pagana. La ricorrenza infatti trae le proprie origini dai Saturnali della Roma antica o dalle feste dionisiache del periodo classico greco.
Durante queste festività era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili il ricco e il povero, e scomparivano così le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e l’ordine tornavano a dettare legge nella società.
Anche il Piemonte vanta curiose tradizioni, carri allegorici, sapori e divertimento nelle feste di carnevale.Tanti appuntamenti per una festa che coinvolge tutta la regione con suggestive maschere e spettacolari carri, con riti della tradizione alpina e rievocazioni che ricordano sollevazioni popolari.
Tra i carnevali più antichi segnaliamo la Baìo di Sampeyre, il carnevale della Valle Varaita che si rifà alla cacciata dei Saraceni. Anche il Carleve ‘d Caraj a Caraglio e La Beò de Blins di Bellino ricordano rivolte popolari con feste che uniscono teatro, divertimento e storia. Tra i più importanti carnevali tradizionali c’è l’Orso di Sfojass di Cunico che porta con sé un patrimonio di credenze e antichi riti.
Sicuramente degno di nota è anche il Carnevale di Torino: chi si ricorda quando i festeggiamenti avvenivano in piazza Vittorio e centinaia di giostre illuminavano il centro della città?
Si tratta di una tradizione che si è perseguita per oltre un secolo, fino al 1986, anno in cui il Comune decise di spostare il Luna Park in piazza d’Armi, al Ruffini e infine alla Pellerina.
A fine 800 i festeggiamenti del Carnevale a Torino iniziavano proprio da piazza Vittorio, dove ci si trovava per mangiare e bere insieme. I torinesi erano prevalentemente vestiti da Gianduja e Giacometta, ma non era raro trovare anche Pulcinella, Arlecchino, Brighella e tante altre maschere. Da qui partiva la sfilata dei carri con enormi mascotte, e andava finire in piazza Castello, attorno a palazzo Madama.
All’epoca i carnevali erano senza coriandoli, al loro posto si lanciavano perlopiù confetti e cioccolatini.
Con l’avvento delle giostre in piazza Vittorio tutto divenne ancora più spettacolare: le montagne russe erano persino più alte dei palazzi e dalla ruota panoramica si godeva di un’ottima vista sulla città.
Questa mattina la nostra guida turistica Valentina Calliero ci ha parlato proprio della storia del Carnevale di Torino e della leggendaria origine della maschera Gianduja. Per saperne di più, qui trovate il podcast della diretta:
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