È passato un anno dalla lettera aperta Cambiamo Musica?, ma nulla è cambiato.
Ci ritroviamo a constatare che tutto è ancora fermo, immobile, e non c’è nessuna indicazione chiara e nessuna prospettiva per i prossimi mesi estivi.
Nel frattempo migliaia di lavoratrici e lavoratori del mondo dello spettacolo sono ancora senza risposte concrete che non si limitino a risposte emergenziali.
Qualche sussidio temporaneo non può risolvere i problemi strutturali di questo sistema perché non affronta in maniera radicale i limiti profondi legati a questo settore.
Un anno dopo torniamo a scrivere per quello che siamo, festival indipendenti, senza sponsor, senza finanziamenti, che mettono al centro la socialità, l’incontro, un modo diverso di stare assieme, di vivere e produrre cultura.
Lo scorso anno abbiamo preferito fermarci poiché le condizioni non ci avrebbero permesso di svolgere i nostri eventi rispettandone il loro spirito fondante. Ma rimanere fermi per un’altra edizione è impossibile, vorrebbe dire scomparire e vanificare gli enormi sforzi fatti in questi anni.
Ora abbiamo bisogno di sapere in tempi veloci e certi quali saranno le linee guida per gli eventi estivi. Organizzare un festival comporta mesi di impegno e pianificazione. Siamo già in estremo ritardo, soprattutto perchè dobbiamo ripensare completamente i nostri “eventi”.
Sappiamo che non potremo riprodurre i nostri festival così come li abbiamo conosciuti, soprattutto per i costi troppo alti rispetto al numero di persone che ipoteticamente potranno parteciparvi.
Vogliamo che riaprire non sia legato a logiche escludenti che ci costringano ad imporre biglietti di ingresso troppo costosi.
Sappiamo che sarà necessario adottare tutte le precauzioni sanitarie per mettere al primo posto la sicurezza e la salute del pubblico.
Vogliamo che riaprire significhi avere un protocollo che sappia anche garantire aggregazione e socialità in piena sicurezza.
In questo quadro il ruolo delle agenzie di booking e degli/delle artist* è fondamentale.
Non si può pensare che tutto torni come nella fase pre-Covid, anzi era proprio quello che noi temevamo. A fronte dei maggiori costi di cui gli organizzatori dovranno farsi carico, ci deve essere un’assunzione di responsabilità e co-responsabilità di tutti le/i protagonisti di questo “sistema” perché la logica non può tornare ad essere quella del massimo rialzo che ricade solo ed esclusivamente su di noi e sulle persone che fanno vivere i nostri festival.
Con questa lettera quindi chiediamo:
● Indicazioni immediate sui tempi e sulle modalità con i quali potranno svolgersi gli eventi estivi.
● Un impegno reale da parte di artisti e agenzie di booking nel proporre prezzi calmierati per non far ricadere sugli organizzatori spese impossibili da sostenere in questo momento.
● Una risposta immediata da parte del governo alle problematiche economiche dei lavoratori e delle lavoratrici del mondo dello spettacolo che da mesi si stanno mobilitando ma continuano ad essere ignorati.
● Un piano sanitario sostenibile che possa permettere un ingresso sicuro al pubblico non ricadendo economicamente solo sugli organizzatori.
Questo il comunicato pubblicato da Festival Alta Felicità, Sherwood Festival e Radio Onda d’urto. Oggi, ai nostri microfoni, è intervenuto Andrea Bonadonna in qualità di direttore artistico del Festival Alta Felicità.
Clicca qui sotto èper riascoltare il podcast dell’intervista:
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